Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima nell’arte di Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati, Umberto Vittorini

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La città come spazio interiore e poetico nella mostra che celebra quattro grandi nomi della pittura del Novecento. Taglio del nastro DOMANI (venerdì 11 luglio 2025) alle 18,30 al Museo “Stanze della Memoria"

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10 Luglio 2025

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Descrizione

Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima
nell’arte di Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati, Umberto Vittorini

 

Barga, 10 luglio 2025 – “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima nell’arte di Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati, Umberto Vittorini”. Inaugura venerdì 11 luglio alle 18,30 al Museo “Stanze della Memoria” di Barga la mostra realizzata da Comune di Barga e Fondazione Ricci ETS che intreccia arte, memoria e identità territoriale attraverso lo sguardo di quattro grandi artisti del Novecento: Alberto Magri, Adolfo Balduini, Umberto Vittorini e Bruno Cordati.

L’esposizione, di circa 40 opere, curata con approccio scientifico e documentale da Cristiana Ricci, presidente della Fondazione Ricci, punta a valorizzare il paesaggio barghigiano non solo come scenario naturale ma come spazio interiore e poetico, restituito attraverso opere pittoriche, grafiche e incisioni che raccontano la profonda connessione tra gli artisti e il territorio. Il percorso espositivo dedica una sezione ad ognuno di loro evidenziando in particolare le opere legate a Barga e mettendo in dialogo le visioni personali dei quattro maestri attraverso affinità stilistiche, influenze culturali e sensibilità individuali. “Questa mostra nasce dall’esigenza del territorio di tornare a guardare alla poesia della nostra terra, chiave dell’identità barghigiana, attraverso gli occhi dei grandi pittori di Barga e il loro legame con essa – sono le parole della sindaca di Barga, Caterina Campani -. Magri, Balduini, Vittorini e Cordati sono figure di riferimento, emblemi dell’arte a Barga, capaci di interpretarne le diverse anime, esaltando il borgo e il territorio. Da diversi anni, come amministrazione comunale, siamo al lavoro per realizzare questo evento, che possiamo oggi presentare al pubblico grazie alla collaborazione con la Fondazione Ricci, sempre a fianco delle iniziative culturali, e grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Luca e a Kedrion Biopharma, che hanno scelto di supportare questa iniziativa”.

“Il titolo che ho scelto per questa mostra, ‘Barga incantata’, racchiude in sé l’intento del progetto espositivo – spiega Cristiana Ricci, curatrice e presidente della Fondazione Ricci ETS -. Barga è un luogo che da secoli si offre allo sguardo come un microcosmo sospeso tra natura, storia e arte. Ma la parola ‘incantata’ invita a leggere questo borgo non solo come un insieme di elementi architettonici o paesaggistici di indubbia bellezza, ma come un luogo dell’immaginario, un paesaggio capace di suscitare emozioni, evocare memorie e stimolare visioni interiori. L’incanto di Barga non è solo quello che possiamo vedere e descrivere, è quello che ognuno di noi percepisce e interiorizza, e che gli artisti qui esposti hanno saputo tradurre in immagine. Il sottotitolo della mostra, ‘Visioni del paesaggio dell’anima nell’arte di Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati e Umberto Vittorini’, ci accompagna proprio in questa direzione: il paesaggio barghigiano non viene rappresentato come una mera veduta oggettiva, ma come specchio di uno sguardo interiore, come riflesso di un sentimento, di uno stato d’animo, di un dialogo intimo tra l’artista e il luogo. E in questo loro sentire, Giovanni Pascoli li ha sicuramente influenzati con i temi rivolti alla natura dei luoghi e al suo paesaggio. Il Poeta aveva una straordinaria personalità, che deve avere incantato questi allora giovani artisti con la sua poetica del guardare alle cose semplici con occhi di fanciullo, della bellezza che è nella natura che diventa specchio dell’anima, del luogo (nido nell’eccezione pascoliana) come rifugio sicuro e protettivo contrapposto alla realtà esterna”. “Attraverso le opere di Magri, Balduini, Cordati e Vittorini – conclude Ricci - il visitatore è quindi invitato a intraprendere un percorso che non è soltanto estetico ma anche emotivo e meditativo: un viaggio nel paesaggio come spazio reale e al tempo stesso simbolico. Questa mostra si propone dunque come un invito a rallentare lo sguardo a ritrovare il senso dell’incanto che troppo spesso sfugge nella frenesia del nostro tempo, a scoprire in Barga non solo un borgo di rara bellezza, ma luogo capace di parlare all’anima, oggi come ieri”. La mostra è corredata da un catalogo di 140 pagine, a cura di Cristiana Ricci, che dedica una sezione a ciascun pittore con una autobiografia accompagnata da un autoritratto; i testi critici sono di Cristiana Ricci per Magri e Balduini, di Marzia Ratti per Cordati e di Cristian Tognarelli per Vittorini; Sara Moscardini firma il testo che prende in analisi il rapporto tra Pascoli e i quattro pittori, attraverso documenti dell’archivio Casa Museo Giovanni Pascoli a Castelvecchio. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e da Kedrion Biopharma, patrocinata da Provincia di Lucca e Fondazione Pascoli e sotto l’egida del Consiglio della Regione Toscana; si inserisce nel più ampio calendario culturale estivo del Comune di Barga e rappresenta un’occasione unica per riscoprire, attraverso l’arte, l’anima di un luogo che ha ispirato generazioni di artisti. La mostra sarà visitabile dal giovedì alla domenica con orario 17,30 – 20 ad ingresso libero.

 

“Barga Incantata. Visioni del paesaggio dell’anima”: dall’11 luglio al 14 settembre 2025
a cura di Cristiana Ricci
11 luglio-14 settembre 2025
giovedì-domenica 17,30-20

 

 

 

 

ALBERTO MAGRI (1880-1939), pittore e incisore, noto per il suo stile ispirato alla pittura medievale toscana e per le scene di vita contadina, nasce a Fauglia ma vive prevalentemente a Barga. Dopo un periodo a Parigi, dove conosce l'arte illustrativa, e dopo gli studi in Chimica e Farmacia, si dedica alla pittura. Umberto Boccioni lo ha definito un raffinato interprete della pittura medievale, capace di rievocarne lo stile e il gusto con straordinaria sensibilità. Chiamato alle armi dopo la disfatta di Caporetto nel 1917, nel 1919 rientra a Barga, centro della sua attività artistica e luogo di ispirazione delle sue opere. Nel 1928 partecipa alla Biennale di Venezia con il dipinto “La sementa nella valle del Serchio”, consolidando il proprio ruolo nel panorama artistico italiano. La sua pittura, influenzata dalla poetica di Pascoli, con il quale intrattenne rapporti anche epistolari, si concentra sulla rappresentazione della vita contadina in opere come “La vendemmia”, “La casa colonica” e “Il bucato”. Attraverso un attento recupero delle tecniche pittoriche del Duecento toscano, comprese le lumeggiature in oro tipiche della tradizione medievale, Magri riesce a rinnovare il linguaggio pittorico del suo tempo. Oggi la sua casa a Barga è stata trasformata in casa-museo, testimoniando il valore e l’eredità di un artista che ha saputo coniugare tradizione e innovazione in una pittura intensamente evocativa e profondamente legata alla sua terra.

ADOLFO BALDUINI (1881-1957), artista italo-argentino con una carriera segnata da continui spostamenti tra Italia e Argentina, nasce ad Altopascio e, dodicenne, si trasferisce con la famiglia a Buenos Aires, dove studia arte alla Vieja Sociedad Estímulo de Bellas Artes. Nel 1901 torna in Italia e frequenta la Scuola Libera del Nudo a Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Roma. Si stabilisce a Barga dopo il matrimonio con Amalia Salvi, avviando una fase prolifica della sua produzione artistica. Alterna il soggiorno in Italia con nuovi ritorni in Argentina, partecipando a diverse esposizioni; durante la Prima Guerra Mondiale presta servizio all’ospedale militare di Lucca. Dal 1922 si trasferisce a Sommocolonia, dedicandosi a soggetti agresti. Partecipa a numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia (1930), esposizioni a Roma, Livorno, Fiume e Buenos Aires. Divenuto professore all’Istituto Magistrale di Barga nel 1941, continua a esporre in Italia e all’estero, con personali a Lucca e partecipazioni a mostre nazionali e internazionali, come quella di Genova (1946) e Bogotà (1947). Verso la fine della vita, problemi di salute rallentano la sua produzione, ma continua a esporre, seppur con opere meno recenti.

BRUNO CORDATI (1890-1979) nasce a Barga in una famiglia modesta. Anche se non può proseguire gli studi dopo le scuole elementari, il suo talento nel disegno e nella pittura gli permette di dedicarsi a ritratti e decorazioni. Grazie ai guadagni come imbianchino, nel 1914 inizia a frequentare l'Istituto d'Arte di Lucca, ma deve interrompere gli studi a causa della Prima Guerra Mondiale, dove è chiamato a combattere sul Carso. Dopo il conflitto, si dedica completamente all’arte, realizzando il suo primo dipinto a olio, “Soldati al fronte”. Nel 1922 sposa Clotilde Costi e inizia un periodo di intensa attività espositiva, spesso accanto all’amico Adolfo Balduini. Partecipa a numerose mostre locali, nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia (1928) e importanti esposizioni a Roma, Torino e Fiume. Nel 1937 lascia l’Italia per insegnare storia dell’arte e disegno nei licei italiani all’estero, soggiornando a Budapest, Parigi e in Bulgaria, prima di tornare in Toscana nel 1943, a causa della guerra. Nel Dopoguerra riduce l'attività espositiva e nel 1947 si ritira a vita privata, dedicandosi alla lettura, alla musica e alla pittura. Il suo stile passa da un'impostazione accademica al Verismo, fino a un avvicinamento all’Arte informale nel secondo Dopoguerra. Alla fine degli anni '60 acquista Palazzo Bertacchi a Barga, che diviene la sua residenza e studio. Dopo la sua morte, la sua opera è stata celebrata con retrospettive a Firenze, Pisa e Sofia. Oggi a Casa Cordati si trova la mostra permanente di molte sue opere.

UMBERTO VITTORINI (1890-1979), pittore italiano nato a Barga e cresciuto a Pisa, si forma sotto Edoardo Gordigiani, esordendo nel 1910 con ritratti caratterizzati da una profonda analisi psicologica. Durante la Prima Guerra Mondiale realizza disegni ispirati all’esperienza bellica. Nel 1928 si trasferisce a Milano, dove tiene una personale alla Galleria Scopinich e nel 1930 diventa docente all’Accademia di Belle Arti di Brera. Espone in prestigiose rassegne nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, ricevendo numerosi premi. Oltre alla pittura, si dedica anche all’incisione, producendo alcune rare acqueforti, tirate in pochi esemplari e dunque poco conosciute. Viene nominato membro di Accademie come: la Clementina a Bologna nel 1955, la Tiberina nel 1959 e quella dell’Arte dell’Incisone nel 1979.

Il suo stile evolve da un’influenza neocézanniana e divisionista a una pittura espressionista e decorativa, ispirata anche dal paesaggismo lombardo e dalla poetica di Giovanni Pascoli. Pur vivendo a Milano, mantiene un forte legame con Barga, alla quale torna durante i mesi estivi per la necessità di isolarsi nella natura e ritemprare un animo provato dalla depressione, eredità delle vicende legate alla deportazione della moglie nella Seconda Guerra Mondiale. Ha voluto essere sepolto nel piccolo cimitero di Sommocolonia a ricordare di essere Figlio di Barga e della sua terra. La Collezione Vittorini Barga, nata nel marzo 2023 in via dell’Acquedotto, ospita una ricca esposizione di opere del Maestro.

 

 

Ultimo aggiornamento: 10/07/2025, 13:28

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